Com’è nata la Dermoriflessologia

Come è nata la Dermoriflessologia

Dal 1995 le scoperte di Calligaris vengono a tutti gli effetti rimesse sul banco di prova da un piccolissimo gruppo di intrepidi, di cui  Flavio Gandini e Samantha Fumagalli sono fondatori e promotori. Da quel giorno gli studi si sono sviluppati sino ad approdare all’odierna Dermoriflessologia®, una disciplina olistica per il riequilibrio psicofisico e l’incremento delle facoltà latenti, che usa la pelle come specchio dell’anima e del corpo. Una metodica attuale ed estremamente efficace per operare il riequilibrio energetico.

Biografia del Prof. Dott. Giuseppe Calligaris  

L’essere umano è costituito da corpo, mente ed anima. Questa triplice essenza è riflessa sulla sua pelle”.

Giuseppe Calligaris

 

Nato nel 1876 a Forni di Sotto, in provincia di Udine, Calligaris era figlio del medico condotto della zona. Per vocazione decise di seguire le orme paterne. Infatti, già la lettura della sua tesi di laurea, intitolata “Il Pensiero che guarisce” ci può chiarire quanto la sua mente fosse aperta e il suo pensiero proiettato verso la ricerca di una conoscenza ben più vasta della medicina scientifica dell’epoca.


Era il 1901 quando espresse la convinzione dell’esistenza di uno strettissimo collegamento tra corpo e psiche. I dati esposti nella tesi di laurea “Il Pensiero che Guarisce”  dimostrarono che la struttura interna del corpo umano e il tessuto cutaneo che lo riveste sono in relazione tra loro ipotizzando l’esistenza di linee e placche cutanee che corrispondono allo stato mentale del paziente.

Ogni stimolazione di un dito o di un arto provoca nel paziente il medesimo riflesso sul corpo e le stesse sensazioni sul piano spirituale. Terminati gli studi, il giovane medico venne chiamato a Roma dal  professor Mingazzini per ricoprire la carica di assistente universitario.
Docente dal 1903, nel 1909, a soli 32 anni, fu nominato segretario del primo Congresso dei Neurologi italiani e, nello stesso anno, pubblicò il primo testo dal titolo “Le mieliti sperimentali”. Ritornato in Friuli, fondò con l’aiuto del padre una clinica per malattie nervose in provincia di Udine.
Intanto, però, la Grande Guerra si avvicinava e con essa la chiamata alle armi.
Dall’esperienza vissuta come medico militare nacque il primo libro, un diario analitico contenente una rassegna di esperienze belliche vissute da un uomo poco propenso ad accettare passivamente i traumi che il conflitto provocava. Mentre la guerra proseguiva, un’altra tragedia colpì Calligaris: gli austriaci, nella loro avanzata, occuparono la Clinica e la vuotarono di tutti gli scritti che raccoglievano i dati ricavati durante il primo decennio di lavoro. L’unico risultato positivo consiste nella sopravvivenza della materia nei Paesi di lingua tedesca che ancora oggi conoscono il nome del nostro connazionale e ne portano avanti alcune teorie. Calligaris  non si demoralizzò e proseguì con i suoi studi. Nel 1927, consegnò alla stampa il libro in due volumi “Il Sistema Motorio Extrapiramidale” che fu adottato per lungo tempo come testo nelle Facoltà di Medicina. Da qui in poi, la successione delle sue opere fu rapidissima e, nell’arco di sedici anni, sfornò numerose migliaia di pagine di testo raccolte in oltre venti volumi.
Verso la metà degli anni Venti, partendo da un tema affidatogli come argomento di ricerca dall’Istituto di Neurologia dell’Università di Roma, Calligaris approdò a una delle più stupefacenti scoperte sull’essere umano.
Il problema, che reclamava una soluzione, consisteva nel trovare la correlazione tra la presenza di zone del corpo dotate di minore o maggiore sensibilità cutanea rispetto alla norma, e i danni alla corteccia cerebrale conseguenti a traumi o malattie. Non essendo evidente alcun collegamento neurologico diretto tra le parti interessate, la medicina ufficiale chiedeva di rintracciare il nesso logico tra cause ed effetti. La risposta, forse, non fù precisamente chiarificatrice per la questione in oggetto, ma i risultati vennero giudicati talmente importanti da condurre l’Autore a presentare una relazione nell’ambito di un Congresso nazionale.
Il testo Le Catene Lineari del Corpo e dello Spirito, pubblicato nel 1928, riporta tutti i risultati che precedentemente erano stati enunciati in congresso e rappresenta il punto d’inizio di una letteratura sconvolgente per i suoi contenuti innovativi.
In questo testo l’Autore annunciava in modo definitivo e perentorio di aver individuato una struttura reticolare, presente sul corpo dell’uomo, in grado di fornire, tramite una semplice procedura di esame, indicazioni precise e ripetibili sullo stato psicologico e fisiologico. Aveva tracciato la mappa completa di tali linee (che possiamo definire senza dubbio energetiche) e aveva definito le basilari corrispondenze psicosomatiche.
La relazione presentata parla della connessione tra cute, organi interni e sentimenti.

Da buon neurologo, ma sopratutto da   ricercatoreCalligaris fornì un’ampia documentazione ricavata dagli esperimenti effettuati, per stilare una casistica dettagliata e verificabile. L’entusiasmo della ricerca e la meticolosità nella conduzione degli esperimenti rendevano assai interessanti i risultati, i quali purtroppo non erano corredati dalle procedure di trasferimento nella pratica delle teorie esposte, se non in casi sporadici.
A breve distanza seguì la pubblicazione del secondo libro Le Catene Lineari Secondarie del Corpo e dello Spirito, pubblicato nel 1930, altro caposaldo, che definisce con estrema lucidità gli aspetti significativi nascosti all’interno delle bande cutanee, cioè aree più ampie nelle quali sono contenute le linee primarie protagoniste del libro del ‘28.


Altri due anni e nel 1932 venne stampato il testo in tre volumi intitolato La Fabbrica dei Sentimenti, terza e ultima opera fondata principalmente sul basilare reticolo energetico (costituito dall’insieme delle catene lineari). In realtà in questi tre volumi fanno la loro apparizione, per la prima volta, altre zone cutanee significative, denominate placche, che rappresentano un ulteriore balzo in avanti nella conoscenza dell’essere umano.
La ricerca proseguì diramandosi all’interno di molti campi scientifici fino alla scomparsa dello scienziato nel 1944.
Dopo la fine della seconda Guerra Mondiale, per l’ultima e definitiva volta, la quasi totalità dei manoscritti di Calligaris fu sottratta al suo Paese natale per seguire Oltreoceano l’esercito statunitense.
Anche negli Usa vennero portate avanti alcune sue ricerche.
Prima di quest’ultima “beffa postuma”, la maggior parte delle copie dei libri stampati era già stata distrutta. Soltanto l’esistenza di qualche collezione privata ha permesso di salvaguardare, in lingua italiana, il patrimonio delle scoperte di Calligaris. Proprio dai privati, negli anni della Guerra Fredda, i sovietici hanno attinto per documentarsi e proseguire a loro volta le ricerche, senza lasciare apparente traccia a proposito dei risultati ottenuti.
Ed è ancora grazie a qualche biblioteca privata che sono emersi i libri che hanno permesso di riprendere le ricerche in Italia così che, in anni più recenti, altri connazionali hanno potuto parlare degli straordinari risultati inerenti le scoperte del grande scienziato.
Tratto da http://www.psicodermosomatica.it

 

 

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